Ciao sono Elena questo blog nasce dalla mia passione per la fotografia e la mia terra,la Sardegna sotto diversi punti di vista.Spero perdonerete eventuali errori e mi farebbe piacere avere consigli e suggerimenti.A presto!!!
19 dicembre 2012
07 ottobre 2012
Sa kessa |
Pistacia lentiscus L.
Famiglia Anacardiaceae
Nome comune
Lentisco
Nome Sardo
Moddizzi (Villacidro – Sard. merid.), Modditzi (Campidano – Iglesias – Goceano), Modditzia (Campidano), Moddizzi (Sard. merid.), Moddisi (Ogliastra), Modditha (Bitti), Modditza (Barbagie – Sard. merid.), Kessa (Sassarese – Goceano – Logudoro – Gallura – Nuorese – Bitti), Moddissi (loc. div.), Essa (Barbagia).
Generalità
Specie indigena tipica della macchia mediterranea.Arbusto o alberello sempreverde diffuso in tutta la Sardegna, dalle zone costiere a quelle montane interne, fino ai 700 mt. s.l.m.E’ una specie a rapido accrescimento, eliofila, termofila e frugale, cioè si adatta a qualsiasi substrato, anche se predilige terreni silicei.
In genere è’ ricco di polloni con portamento arbustivo, o spesso a pulvino, ma talvolta si sviluppa a portamento arboreo raggiungendo dimensioni considerevoli, anche 7-8 metri. Ha una forte capacità pollonifera, quindi dopo il taglio ricaccia abbondantemente.
Per tale ragione, si presta ad essere governato a ceduo, mentre, al passaggio del fuoco (incendi) si impone sulle altre specie, infatti si sviluppa rapidamente emettendo numerosi virgulti dalla ceppaia.
E’ una specie allevata nei vivai forestali, viene impiegata sporadicamente nei rimboschimenti, ma è ampiamente utilizzata anche per scopi ornamentali nei parchi, giardini, ville.
E’ una specie dioica (pianta con fiori solo maschili o femminili), quindi un aspetto singolare del lentisco che lo rende molto caratteristico e attraente, soprattutto per scopi ornamentali, è il periodo della fioritura; infatti le piante femminili, hanno un fiore caratteristico, raccolto in racemi di colore rosso-vivo. Anche la fruttificazione caratterizza questo alberello, infatti si riempie di numerosissime drupe rosse.
In Sardegna le macchie a lentisco, miste a leccio, corbezzolo, fillirea e alle eriche, spesso rappresentano una degradazione delle leccete, ma sono anche uno stadio dinamico di evoluzione verso formazioni forestali più evolute, quali appunto le leccete.
In diverse parti della Sardegna, tra queste Villacidro, vegetano alberi maestosi di lentisco che costituiscono dei monumenti vegetali, naturali e paesaggistici, con dimensioni straordinarie: circa 70-80 cm di diametro.
Il legno del lentisco è di ottima qualità per riscaldamento e per la produzione del carbone; al taglio emana un forte odore di resina, così pure le foglie se stropicciate; è un legno duro, profumato e colorato.
Portamento
Arbusto alto fino a 5 mt, di colore verde scuro, spesso a portamento pulvino, molto ramificato.
Corteccia
Di colore rossiccia, ruvida e squamosa da adulta.
Foglie
Paripennate, persistenti, alterne, lunghe 8-15 cm; 8-12 foglioline oblungo-lanceolate, lunghe 2-4 cm, margine intero, coriacee; pagina superiore liscia, lucida e di colore verde con nervatura centrale rossiccia, pagina inferiore più chiara e ruvida. Se stropicciate emanano un forte odore di resina.Fiori
Specie dioica (pianta con fiori solo maschili o femminili) a fiori unisessuali in racemi portati nell’ascella delle foglie, di colore verde quelli maschili, e rosso i femminili.
Fioritura: marzo-aprile
Frutti
Piccola drupa, sferica, 3-5 mm, di colore rosso e nera a maturità, molto appetite dagli uccelli.01 ottobre 2012
Pane 'e mele
Il miele è composto principalmente da acqua, zucchero (fruttosio e glucosio, maltosio), acidi, proteine, sali minerali (in prevalenza ferro, calcio e fosforo), sostanze ed aromi dei fiori, tra cui i pigmenti (derivati della clorofilla), tannino, fosfati e vitamine. Il miele è formato quasi esclusivamente da zuccheri ed è molto importante, nella sua composizione, l'alta concentrazione di fruttosio; infatti il fruttosio è al 100% un prodotto derivato dalla natura, senza nessun intervento da parte dell'uomo.
Proprietà curative e benefici del Miele
Il miele è particolarmente indicato nella dieta dedicata all'infanzia, in quanto favorisce la fissazione dei sali minerali nell'organismo umano, cosa che il normale zucchero non è in grado di fare. Molte sono le proprietà terapeutiche del miele, diverse a seconda del nettare dei fiori con cui è stato prodotto. In generale il miele è un ottimo antinfiammatorio per la gola ed ha effetti sedativi contro l'eccitazione nervosa e l'insonnia. Il miele millefiori è noto per le sue proprietà disintossicanti a favore del fegato, mentre il miele di castagno favorisce la circolazione sanguigna ed è disinfettante delle vie urinarie, per questi motivi è consigliato per bambini ed anziani. Interessanti le proprietà del miele di girasole che svolge un'azione contro il colesterolo nell'organismo umano oltre ad avere un'azione calcificante nelle ossa. Il miele di ginepro invece, ci offre un valido aiuto nelle affezioni respiratorie e quello di tarassaco ha un'azione depurativa, soprattutto sui reni. Secondo recenti studi il miele fornisce al nostro organismo sostanze essenziali come potassio, fruttosio e sodio che servono a riprendersi dopo una serata di "bagordi".
Molto rilevante la notizia che arriva da alcuni studi fatti sul miele prodotto nei parchi dell'Abruzzo, specialmente sul miele di zafferano; pare infatti che questi tipi di miele contengano un'alta percentuale di "nutraceutici", che sono molecole ad elevata attività antitumorale. Ed è appunto in questi mieli che se ne rilevano quantità significative e nettamente superiori alle medie di altre zone d'Italia.
13 settembre 2012
Pastorias- Fonni rassegna cane fonnese 2012
Levriero sardo |
Bustianu II -Pastore fonnese |
sguardo cupo ma elegante di Bustianu. |
Lanosa in attesa di essere giudicata |
Leone |
Origine, classificazione e cenni storici
Origine: SardegnaClassificazione F.C.I.: Gruppo 2 - cani di tipo Pinscher e Schnauzer
Molossi e cani bovari Svizzeri
Cani da Montagna
RAZZA NON RICONOSCIUTA
È una razza autoctona sarda diffusa da tempo immemorabile in tutta la Sardegna. Ora è sul punto di essere riconosciuta anche ufficialmente. Tutta la documentazione (schede di 200 cani censiti, comprendenti di ciascun esemplare: foto, filmati, descrizione, DNA e tutte le misure considerate nello standard) è già stata inviata (2010) alla sede dell'ENCI dal gruppo di ricerca della Facoltà di Veterinaria dell'Università di Sassari. I primi reperti ossei di questa antichissima razza risalgono al periodo prenuragico (Neolitico).
Aspetto generale
Cane di media mole, struttura solida, muscolatura possente, ossatura ben proporzionata. La sua conformazione è quella di un mesomorfo il cui tronco supera di poco l'altezza al garrese.
Pelo ruvido, di lunghezza e colore variabile (vedi standard).
Agilissimo, si muove con eleganza e potenza allo stesso tempo.
Sguardo cupo, intenso ed inquietante.
Pelo ruvido, di lunghezza e colore variabile (vedi standard).
Agilissimo, si muove con eleganza e potenza allo stesso tempo.
Sguardo cupo, intenso ed inquietante.
Carattere
Forte e deciso con tendenza a dominare.
Cane da guardia e da difesa, ottimo guardiano contro i possibili predatori (volpi o cani randagi), molto valido anche come cane da caccia grossa (cinghiale), ma paziente con gli animali di cui si prende cura. Deve essere trattato come un vero compagno sul quale si può sempre fare affidamento, rispettando la sua spiccata intelligenza e la sua dignità.
Diffidente con gli estranei ma tendenzialmente ubbidiente e affettuosissimo con il proprietario. È quel che si dice: "un cane di un solo padrone".
A volte comunica la presenza di un intruso con un semplice tocco di zampa e con un particolare brontolio.
Notevole la tendenza sin da cucciolo di un mese, a dare la zampa al padrone in segno di ubbidienza, spontaneamente, senza nessun addestramento.
Era l?inseparabile compagno dei banditi sardi nella loro rischiosa vita alla macchia.
Cane da guardia e da difesa, ottimo guardiano contro i possibili predatori (volpi o cani randagi), molto valido anche come cane da caccia grossa (cinghiale), ma paziente con gli animali di cui si prende cura. Deve essere trattato come un vero compagno sul quale si può sempre fare affidamento, rispettando la sua spiccata intelligenza e la sua dignità.
Diffidente con gli estranei ma tendenzialmente ubbidiente e affettuosissimo con il proprietario. È quel che si dice: "un cane di un solo padrone".
A volte comunica la presenza di un intruso con un semplice tocco di zampa e con un particolare brontolio.
Notevole la tendenza sin da cucciolo di un mese, a dare la zampa al padrone in segno di ubbidienza, spontaneamente, senza nessun addestramento.
Era l?inseparabile compagno dei banditi sardi nella loro rischiosa vita alla macchia.
Proposta di Standard del Cane Fonnese
1 Altezza al garrese:- Maschi 56-60 cm
- Femmine 52-56 cm
2 Peso:
- Maschi 29-35 kg
- Femmine 25-30 kg
3 Tronco: - la sua lunghezza supera del 5-10% l'altezza al garrese.
- La groppa, robusta e muscolosa, presenta una inclinazione rispetto all?orizzontale di circa 15 gradi
- Petto moderatamente ampio con muscoli ben sviluppati e la sua larghezza è in stretto rapporto con l'ampiezza del costato. Il manubrio dello sterno è situato al livello della punta dell?articolazione scapolo-omerale.
4 Testa e muso: Testa: mesomorfa, con cresta occipitale ben rilevata
Il rapporto lunghezza del cranio e lunghezza del muso è di 1 a 1.
Il cranio è leggermente convesso e la sua lunghezza bizigomatica è pari alla sua lunghezza.
Regione cranica: Le arcate bi zigomatiche sono evidenti e i seni frontali non sono molto pronunciati.
Regione facciale: Il muso è di grande potenza, con facce laterali leggermente convergenti verso il tartufo. Frontalmente si presenta come iscritto in un quadrato. Il limite inferiore del muso è dato dalla mandibola.
5- tartufo largo, carnoso e nero, posto sulla stessa linea della canna nasale, deve essere voluminoso, con narici larghe e aperte.
6- Denti: bianchi, ben sviluppati, regolarmente allineati, completi per numero. I canini sono in opposizione tra loro (chiusura a tenaglia) o quelli della mascella sfiorano, con la loro faccia posteriore, la faccia anteriore di quelli della mandibola (chiusura a forbice).
- Labbra devono essere ben stese e aderenti e presentano mucose sempre pigmentate.
- Occhi: lo sguardo di questi animali è molto intenso e caratteristico e rappresenta un elemento di tipicità della razza. L'espressione è un po' triste, profonda, autorevole, tra loro ravvicinati, in posizione frontale, con arcate sopraciliari di notevole sviluppo. Il loro colore è ambra in tutte le sue tonalità e le palpebre devono essere pigmentate e ben aderenti al bulbo oculare.
- Le orecchie: sono di forma triangolare, non troppo lunghe (7-8 cm) al disopra dell'arcata bi zigomatica, portate pendenti e, in attenzione, ben aderenti alle guance.
7- Collo: vigoroso, solido e muscoloso, di media lunghezza, pari a circa un terzo dell'altezza al garrese, privo di giogaia, si raccorda armoniosamente alle spalle e al garrese.
8- Pelle: Spessa ben pigmentata, aderente alle varie parti del corpo, non presenta giogaia al collo.
9- Arti:Arti anteriori:
- solidi e asciutti, dritti, si presentano in appiombo sia di fronte che di profilo. I piedi sono ovali, con dita raccolte e con cuscinetti plantari neri, duri e resistenti. Le unghie sono sempre nere e solide.
- Avambraccio leggermente più lungo del braccio che risulta inclinato di circa 60 gradi rispetto all'orizzontale.
- Gomiti ben aderenti. Metacarpo moderatamente lungo e non molto inclinato (circa 10 gradi rispetto alla verticale), presenza di speroni.
Arti posteriori:
- solidi e muscolosi, con buoni appiombi, tanto da dare l'immagine della potenza e della agilità.
- Coscia larga e flessa (circa 75 gradi rispetto all'orizzontale) l'angolo femoro-tibio-rotuleo è di circa 125/130 gradi.
- Gamba moderatamente lunga e muscolosa.
- Garretto lungo in proporzione alla lunghezza della gamba. Verticale.visto da dietro è parallelo al piano mediano del corpo. Presenta un angolo tibio-tarsico di circa 150 gradi. Piedi compatti, con cuscinetti plantari duri e pigmentati. Unghie forti, nere e solide. Presenza di speroni.
10- Spalla con muscolatura ben solida e con articolazione scapolo/omerale di 110-120 gradi. Fermamente aderente al corpo.
11- Muscolatura: forte, potente e ben sviluppata.
12- Linea superiore: retta ed orizzontale, con garrese poco pronunciato.
13- Coda: inserita non molto alta, ha una base larga, grossa alla radice, robusta, che va via via affusolandosi verso l'estremità. La sua lunghezza supera di poco l'articolazione al garretto. In riposo ha la forma di manico di pompa. Non dovrà mai essere portata eretta e in movimento supera di poco la linea del dorso. Alcuni esemplari possono nascere anuri o brachiuri. La coda non potrà mai essere amputata.
14- Proporzioni: Il dorso è largo e lungo circa un terzo dell'altezza al garrese.
- La regione lombare si fonde armonicamente con il dorso.
- Il costato è moderatamente ampio, con costole un po' cerchiate. La circonferenza del torace, misurata ai gomiti, è superiore del 25% dell'altezza al garrese.
- La regione lombare si fonde armonicamente con il dorso.
- Il costato è moderatamente ampio, con costole un po' cerchiate. La circonferenza del torace, misurata ai gomiti, è superiore del 25% dell'altezza al garrese.
15- Mantello:
Il pelo è caprino, munito di folto e denso sottopelo lanoso, di una lunghezza di 5-7 cm, più corto agli arti, quasi raso al muso, dove presenta ispide difese agli occhi e barba al mento. Esiste una varietà a pelo raso, per altro oggi rara. I colori ammessi sono il nero, il cenere, nelle sue varie tonalità, ed il miele. Questi ultimi possono essere anche tigrati, e sono ritenuti i più antichi.
Nei maschi il pelo forma una criniera al collo.
Il pelo è caprino, munito di folto e denso sottopelo lanoso, di una lunghezza di 5-7 cm, più corto agli arti, quasi raso al muso, dove presenta ispide difese agli occhi e barba al mento. Esiste una varietà a pelo raso, per altro oggi rara. I colori ammessi sono il nero, il cenere, nelle sue varie tonalità, ed il miele. Questi ultimi possono essere anche tigrati, e sono ritenuti i più antichi.
Nei maschi il pelo forma una criniera al collo.
16- Andatura:
Agile e sciolta. Al trotto il posteriore imprime una notevole spinta e l'anteriore allunga moderatamente. Al galoppo si muove con grande agilità, superando di slancio le asperità del terreno in cui opera.
Agile e sciolta. Al trotto il posteriore imprime una notevole spinta e l'anteriore allunga moderatamente. Al galoppo si muove con grande agilità, superando di slancio le asperità del terreno in cui opera.
17-Difetti: prognatismo, mancanza di sostanza o eccesso di peso, bianco alle estremità, depigmentazioni alle mucose palpebrali e labiali o al tartufo, andatura pesante, taglie inferiori o superiori di 3 cm rispetto ai massimi e minimi previsti dal presente standard, - coda arrotolata e ripiegata sul dorso, unghie depigmentate.
16 luglio 2012
14 luglio 2012
Villa Piercy è un'antica villa campestre della provincia di Nuoro appartenuta all'ingegnere gallese Benjamin Piercy, che vi abitò con la sua famiglia dopo essersi trasferito in Sardegna avendo ricevuto l'incarico di progettare e dirigere i lavori di costruzione della rete ferroviaria dell'isola. Si trova in località Badde Salighes (valle dei salici), nel comune di Bolotana, tra le montagne della catena del Marghine.
La villa
La costruzione della villa avvenne nel periodo compreso tra il 1879 ed il 1882. I lavori furono coordinati e diretti dallo stesso Benjamin Piercy. Si sviluppa su tre livelli, di cui uno seminterrato. La pianta è quadrangolare ed i quattro vertici sono cinti da altrettante torrette, munite di feritoie, sormontate da una copertura cupolata metallica e da un piccolo pinnacolo in ferro. Le stanze al piano terra sono sormontate da volte a crociera, due delle quali presentano dei dipinti.Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 2007 sono stati portati a termine i lavori di restauro. Il progetto di recupero, del quale sono oggetto anche il giardino ed il borgo adiacente la proprietà, prevede la realizzazione di un orto botanico, una xiloteca, un erbario[3] ed altre strutture che faranno parte del parco naturale regionale del Marghine-Goceano, di prossima istituzione. Nell'aprile 2012 è stato deplorevolmente trafugato l'antico cancello posto nel viale d'ingresso della villa. Questo atto ha destato molto clamore e sconcerto nella zona.
Il giardino
Intorno alla villa si sviluppa, su una superficie di quattro ettari, un giardino in stile inglese nel quale il proprietario piantò numerose specie vegetali esotiche, che egli portava con sé al rientro dai suoi viaggi nei vari paesi del mondo. Così, insieme alla flora indigena, formata da roverelle (Quercus pubescens), lecci (Quercus ilex), castagni (Castanea sativa), agrifogli (Ilex aquifolium), tassi (Taxus baccata) ed aceri (Acer monspessulanum), si trovano a convivere specie come la tuja dell'Himalaya (Cedrus deodara pendula), il cipresso di Lawson (Chamaecyparis lawsoniana), il libocedro (Libocedrus decurrens), il bosso delle Baleari (Buxus balearica) e l'abete di Spagna (Abies pinsapo)[4]. In particolare il bosso delle Baleari è stato impiantato per la formazione di un lungo tunnel, considerato tra i più lunghi d'Italia[4].In una parte del giardino, a breve distanza dalla villa, si trova la piscina, anch'essa circondata dagli alberi del parco.
L'azienda agricola
La villa ed il giardino facevano parte di una proprietà che si estendeva, tra le montagne del Marghine e l'altopiano di Campeda, su una superficie di circa 3.700 ettari. Benjamin Piercy volle realizzare una moderna azienda agricola al servizio della quale lavoravano numerosi dipendenti che alloggiavano, con le loro famiglie, nei borghi di Badde Salighes e Padru Mannu. In quest'ultimo si trovava un caseificio, i cui prodotti potevano essere trasportati a Cagliari grazie al treno, che si fermava nella vicina stazione di Campeda. Nel borgo di Padru Mannu si trovava anche una piccola chiesa, dedicata al Sacro Cuore.07 luglio 2012
emozioni
Vivere l'esperienza del pellegrinaggio credo sia esperienza che dobbiamo fare tutti credenti o meno e dopo l'esperienza di Nostra Signora di Gonare e il pellegrinaggio durante il Giubileo del 2000 sono riuscita ad andare a San Costantino di cui son devota.Pensare a quante persone han attraversato quei campi per raggiungere il Santuario e pensare a quanti nel mondo ogni giorno ne iniziano uno bè si provano sensazioni indescrivibili e ancora di più e stato emozionante il momento in cui dopo ore di cammino siamo arrivate sulla collina davanti al santuario con il lago illuminato dalla luna...bellissimo non basta per descrivere quello che ho provato e in quel momento la stanchezza ha lasciato posto a delle emozioni da pelle d'oca.Grazie alle mie compagne di viaggio e a San Costantino che sia protettore come lo è sempre.atteros annos menzusu.
06 luglio 2012
Cammino di fede
Quando si va verso un obiettivo, è molto importante prestare attenzione al cammino. E’ il cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare, ci arricchisce mentre lo percorriamo, bisogna saper trarre da quello che siamo abituati a guardare tutti i giorni i segreti, che a causa della routine, non riusciamo a vedere.
Il cammino di Santiago, Paulo Coelho
Il cammino di Santiago, Paulo Coelho
12 giugno 2012
Su Pinnone
L'altare con il pane votivo che dopo la Santa Messa viene distribuito ai fedeli
Le ciliegie che,come da tradizione verranno distribuite dopo il pane insieme ad un invito offerto dal Comitato Sant'Antonio.
Giovane ragazza ottanese in costume durante processione.
Denise Chessa e Lorena Nurchis giovani cavallerizze esporlatesi che portano avanti tradizioni come fanno i loro padri e han fatto i loro nonni e bisnonni.Complimenti alle mie parenti!
06 giugno 2012
Sabato 9 Giugno 2012 si rinnova la tradizione di festeggiare in comunione con la comunità di Esporlatu Sant'Antonio da Padova.I cavalieri di Esporlatu scioglieranno il voto raggiungendo a cavallo Ottana attraverso antichi sentieri e incontreranno i cavalieri ottanesi in località Sa pira torta e dopo un rinfresco inizierà la processione che termina nella chiesa dedicata al Santo già gremita di fedeli delle due comunità.Dopo la Santa messa il Comitato di Sant'Antonio offre un invito e le tradizionali ciliegie.Ricordo con piacere che quando ero piccola si organizzava una cena comunitaria in piazza e c'era piu partecipazione da parte di entrambe le comunità.Quest'anno il Comitato di Sant'Antonio,l'Associazione Sa Filonzana e il Comitato di San Nicola 2012(leve dello "0")organizzeranno proprio com'era tradizione anni fa, la cena in piazza e a seguire ci sarà una serata folk con diversi gruppi che saranno presenti anche in processione e i tenores.
05 giugno 2012
Gosos Sant'Antoni
Penitente e prodigiosu
Santu de amore costante
dae grassiasa abbondante
Antoni Abate diciosu.
De s'isplendore infiniu
brillante raggiu doradu
e serafinu incarnadu
de sa regione d'Egitu
pro esser in d'ogni conflitu
esemplare misteriosu.
Naschidu da alta grandesa
pienu de umilidade
abbrazzada sa povertade
renunziada ogni ricchesa
e si unidi cun lestresa
a su deus amorosu.
S'evangelica dottrina
in pulpitu l'adat t'intesu
e s'opera sua in mesu
in sa cresia pellegrina
dande a sa oghe divina
gratu assensu virtuosu.
Su corpu pro castigare
chircat modos e maneras
passande nottes interas
senza niente riposare
cun s'intentu de lograre
pustis mortu su riposu.
In continua penitenzia
chent'annoso at passau
su corpu estenuadu
cun mirabile astinenza
esemplu de continenza
umile castu e piedosu.
si de fogu appelidu
t'at s'eclesia santa
est chifistis de tanta
caridaderivestiu
fogu chi a terra at battiu
su Sennore poderosu.
Cando benit a mancare
prenda alcuna de valore
e tue intercessore
dae lughe a l'incontrare
e su furadu torrare
faghe a s'ambiziosu.
Già chi sa vida presente
nos este crudele battaglia
chi s'infernale canaglia
nos faghet continuamente
't'invocamus commente
capitanu valorosu.
30 maggio 2012
Bolotana-Pitzolu F.
|
San Bachisio Maggio 2012
Consegna stendardi
Le scorte prescelte da Tonino Piras sono Antoni Mimmi,Andrea Sechi e sua figlia M.Giovanna Piras.
Corte de Santu Bachisi:Tonino Piras e scorte
Il suo aspetto attuale è dovuto ai lavori di rifacimento iniziati verso la fine del Cinquecento, dato che originariamente presentava una struttura romanico-pisana che è stata quasi completamente cancellata da tali lavori di ripristino realizzati, per volere della nobildonna Anna Fara, dal capomastro Miguel Puig, nativo di Cagliari, ma residente in quegli anni a Bolotana. L'impostazione data all'edificio è quella manieristica, diffusa, all'epoca, nell'isola dai Gesuiti, con elementi di derivazione tardo gotica reinterpretati in chiave rinascimentale. Da questo ripristino si salvarono tuttavia alcuni elementi: il portale laterale ad arco inflesso, decorato in stile trecentesco, e alcune cappelle laterali. Un'iscrizione lapidea, posta sul muro interno della facciata, evidenzia la data del 1598, anno in cui la chiesa fu consacrata dal vescovo di Alghero Andrea Bacallar.
La chiesa, a pianta longitudinale, presenta un'unica navata, affiancata da dieci cappelle. Una di queste è stata sacrificata in quanto viene utilizzata come uscita secondaria e contiene l'acquasantiera.
La larga navata è coperta da un'ampia volta a botte ogivata con arconi, decorati alle estremità da motivi geometrici con al centro figure in rilievo. Questi archi, che sostengono la volta, scaricano il loro peso su slanciate paraste.
Le paraste, smussate e scavate, sono prive di capitello e presentano un alto piedistallo, sormontato da una cimasa composta da sagome classiche.
La copertura a volta a botte a sesto acuto della navata non appartiene alla tradizione gotica e tantomeno a quella rinascimentale, infatti la prima presenta le crociere costolonate e la seconda i lacunari e la voltatura a tutto sesto. Questo tipo di volta, adottata nel San Bachisio,
si diffuse in Sardegna fino al Seicento per la sua facilità di esecuzione.
Sopra le cappelle laterali si sviluppa una galleria che comunica attraverso finestre con la navata centrale.
Il presbiterio è sopraelevato rispetto al piano della navata e si separa da quest'ultima con un arco simile a quello delle cappelle.
Inserito nel muro superiore all'arco sta un rosone traforato. Tale arco è sorretto da due semicolonne che presentano i capitelli ornati con lo stemma della famiglia di Centelles (famiglia feudale valenzana: probabilmente donna Anna Fara era imparentata con un discendente di questa famiglia e pertanto ne poteva usare lo stemma).
All'interno, vi sono le statue di san Bachisio in abiti militari, e in abiti femminili per ignominia quando fù oltraggiato dal tiranno. Le quattro capelle sono abbellite da quattro tele che rappresentano la Trinità,S.Giuseppe di Lionessa, San Carlo e S.Maria Maddalena.
La copertura attuale è una volta a padiglione, che imposta i suoi archi su quattro peducci non elaborati. Questo tipo di copertura, però, scarica uniformemente il suo peso su tutto il perimetro murario e necessità pertanto di un appoggio continuo.
Nelle vele della volta si aprono quattro lunette con finestra, delle quali tre illuminano la zona presbiteriale e la quarta, oscurata, ha solo funzione di simmetria nella divisione dei pieni e dei vuoti.
La sagrestia è sta aggiunta in seguito e presenta una volta a botte illuminata da un'unica apertura.
All'esterno, la chiesa presenta una finestra ovale in mezzo alla facciata e, ai lati, due nicchie che probabilmente nel passato contenevano statue di san Bachisio.
Gli stipiti del portone sono di trachite rossa, presi dalla cava vicina a Pabude. Le colonnette del portone sono ornate di bassorilievi con teste di animali fantastici, e con guerrieri armati alla sarda. Non potendo contenere tutti i fedeli si costruì un altare di pietra all'esterno della chiesa.
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